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               Quando 
                nel 1983 decisi di iniziare la costruzione di 
                un modello di locomotiva funzionante a vapore vivo, il primo problema 
                fu quello di individuare il prototipo.  
               Nonostante 
                la possibilità di poter scegliere fra i numerosi modelli 
                descritti sulla rivista inglese " Model Engineer" 
                che ricevevo regolarmente, la tentazione di avventurarmi nella 
                realizzazione di un esemplare italiano fu così grande che 
                non seppi resisterle, anche se già immaginavo le immense 
                difficoltà cui sarei andato incontro.  
                
                Devo comunque ammettere che nonostante la mia precedente esperienza 
                nella costruzione di modelli di macchine alternative a vapore 
                non sarei potuto giungere a nessun risultato se non mi fossi avvalso 
                dell'aiuto offerto dal "Model Engineer" con le accurate 
                , precise e dettagliate descrizioni fatte da esperti modellisti. 
                 
               
              Quando 
                iniziai questo "lavoro", nel mio laboratorio potevo contare su 
                un tornio (altezza del centro 125 mm.- distanza fra le punte 
                600 mm.), un piccolo piano di scorrimento verticale da adattare 
                al tornio, un trapano a colonna da banco e sugli usuali utensili 
                manuali. E' stata la mancanza di una fresatrice che mi indotto 
                alla scelta della scala - 3 pollici e mezzo per piede - in quanto 
                sul piccolo piano di scorrimento verticale non avrei potuto lavorare 
                componenti troppo grossi. 
               
                 
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                      Fu 
                      proprio al termine della costruzione dello châssis 
                      che ho avuto la possibilità di acquistare una fresatrice 
                      di seconda mano. Se ne avessi potuto disporne prima mi avrebbe 
                      evitato una grande mole di lavoro, comunque ero contento 
                      lo stesso perché oramai era sistemata nel mio laboratorio, 
                      pronta ad aiutarmi nei lavori futuri.   
                    Scelta 
                      del prototipo  
                    Come 
                      ho già detto il primo problema fu la scelta del prototipo 
                      ed un amico mi venne in soccorso suggerendomi di andare 
                      a vedere la locomotiva posta nel parco giochi di una città 
                      vicino dalle Ferrovie dello Stato a ricordo di come 
                      erano una volta le vaporiere. La possibilità di poter 
                      disporre di un modello originale al quale poter far riferimento 
                      , soprattutto per i particolari che non sono evidenziati 
                      nei disegni di costruzione, mi indusse ad andarla a vedere 
                      subito.                    | 
                 
               
              Mi 
                trovai di fronte ad una locomotiva del tipo 851 del 1908 
                preservata in ottime condizioni anche grazie all'intervento dei 
                soci del locale gruppo fermodellistico. 
              Ero 
                inizialmente molto soddisfatto . però..., più la 
                osservavo più incominciavo a trovare dei difetti. Penso 
                che sia così per tutti , un particolare design può 
                piacere o no senza che riusciamo a darcene una ragione. Stavo 
                così per abbandonare il mio progetto.  
              Quando 
                espressi il mio disappunto al mio amico egli mi fece osservare 
                che lui si riferiva ad un'altra locomotiva posta in un'altra vicina 
                cittadina. Dapprima quasi non gli credetti poi volli sincerarmi 
                delle sue indicazioni, andai nell'altro parco e vidi una 835. 
                 
              
              A 
                onor del vero essa era differente dalla FS 851 solo 
                per piccoli particolari, quanto basta per piacermi veramente tanto. 
                Si , la FS 835 sarebbe stata il modello che avrei costruito 
                e così scrissi agli Uffici competenti delle ferrovie 
                dello Stato per avere i relativi disegni che mi furono spediti 
                con sollecitudine ed ad un vero ragionevole prezzo. 
                 
                Successivamente ordinai alla ditta inglese Reeves i due 
                cilindri a vapore e le sei ruote che mi giunsero come pezzi di 
                fusione e che quindi avrebbero dovuto essere completamente lavorati 
                e portati a misura . Infine preparai dei disegni riducendo in 
                scala tutti i componenti ad una misura tale di essere alla portata 
                delle mie capacità costruttive.   
              
              La 
                costruzione incomincia 
              Finalmente 
                si incomincia a lavorare. Per realizzare i componenti lo châssis 
                impiegai molto tempo (anche per la mancanza, come ho detto , di 
                una fresa) ma fu un impegno relativamente modesto . 
                Terminato lo châssis incominciarono tutte le difficoltà 
                che terminarono unicamente con l'ultima pennellata di vernice 
                . Per costruire le balestre avevo ordinato in Inghilterra delle 
                lamine di acciaio . 
                 
                Quelle che mi furono mandate, ad essere sinceri per colpa mia 
                in quanto non diedi adeguate specifiche, erano tanto grosse che 
                sarebbero state più adatta per la costruzione di una locomotiva 
                vera; dovetti così ricorrere a del materiale di recupero 
                che fu portato alle corrette misure. 
                 
                Per le ruote fu un'altra tragedia. Avevo più volte letto 
                che il diametro dei fori delle ruote avrebbe dovuto essere di 
                +0.025 mm se si intendeva bloccarle sugli assi con la Loctite 
                e -0.025 se invece si sceglieva di fissarle a pressione.  
                Presagii che , se volevo evitare di ordinare un nuovo set di ruote 
                sarebbe stato opportuno che avessi fatto delle prove . 
               
                 
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              I 
                tentativi portati a termine con la Loctite non diedero risultati 
                rispecchianti le mie aspettative per cui rivolsi la mia attenzione 
                al bloccaggio a pressione. La ghisa, materiale di cui erano composte 
                le ruote è un materiale molto fragile e se si tenta di 
                imboccare un foro praticato su di essa in un asse che non sia 
                della corretta dimensione , è molto facile che essa vada 
                in frantumi.  
                 
                Il foro nella ruota al quale avevo (credevo di aver) assegnato 
                una tolleranza di 0.025 mm non ne voleva sapere di ospitare il 
                suo asse e quindi giunse estremamente gradito il consiglio di 
                un amico che mi suggerì , prima di tentare di imboccarle, 
                di scaldare le ruote con attenzione per dilatarle, ma solamente 
                della quantità tale per cui se una goccia d'acqua cade 
                su di esse, "frigge" senza evaporare immediatamente 
                .  
                 
                Non seppi applicare neanche questa tecnica e mi consolò 
                in seguito sapere che il mio amico la utilizzava nei cantieri 
                navali per fissare assi del diametro di 400-500 mm. Solo con l'utilizzo 
                di un tampone calibrato che mi consentì di misurare i fori 
                con estrema precisione ho potuto portare a termine con successo 
                la delicata operazione di bloccaggio delle ruote sui rispettivi 
                assi. 
              
                
                   
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                  La 
                    caldaia 
                      Fu 
                        poi la volta della caldaia . La realizzazione dei 
                        vari pezzi che la compongono fu moderatamente semplice ma 
                        il disastro sopraggiunse quando incomincia saldarli insieme 
                        .  
                        Nonostante tutto riuscii a portare a termine il lavoro ( 
                        o così , per lo meno, pensavo) anche se in qualche 
                        punto vi era un eccesso di materiale di apporto che comprometteva 
                        l'estetica. 
                               
                        Ero comunque abbastanza soddisfatto in quanto sapevo che 
                        la caldaia sarebbe stata coibentata e quei piccolo difetti 
                        sarebbero scomparsi alla vista. D'altronde non potevo pretendere 
                        molto, era la prima caldaia che costruivo e quindi ero molto 
                        tollerante con me stesso. 
                               
                        Il cuore mi si infranse quando la sottoposi ad un test idraulico: 
                        perdeva acqua da tutte le parti : Con tanta pazienza 
                        (ma ancor di più gas e ossigeno) ho provveduto ad 
                        eliminare le perdite ed ad effettuare con successo un nuovo 
                        test. 
                       | 
                 
               
              Pompa 
                      di lubrificazione e pompa di alimento  
               Ho collocato la pompa di lubrificazione cilindri sul praticabile 
                sinistro, collegando la sua ruota a cricchetto con con l'asta 
                del cassetto di distribuzione.Esteticamente la soluzione 
                appariva molto brutta. Ho risolto il problema nascondendola nella 
                cassa , provvista di lucchetto, contenente gli utensili di dotazione 
                della vaporiera :detta cassa non compariva nei disegni che avevo 
                ricevuto dalle FS ma era invece presente nel modello ricoverato 
                nel parco giochi . 
                 
                Onde provvedere all'alimentazione dell'acqua in caldaia ho costruito 
                un eiettore che però ha dato scarsi risultati funzionali 
                . Ridurre in scala un simile componente e pretendere che dia risultati 
                ottimali, a mio avviso, è un utopia. 
                 
                Per cui il ricorso ad una pompa alternativa, sicura nel 
                funzionamento e nell'affidabilità, è stato d'obbligo. 
                Preferisco non parlare delle tribolazioni sofferte quando ho dovuto 
                smontare tutto per verniciare ogni pezzo singolarmente. 
                 
                 
               
              
                 
                   
                    
                        
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                                       | 
                 
               
              Nonostante 
                la numerazione ufficiale delle FS 835 termini 
                con il numero 048, 
                ho voluto chiamare la mia locomotiva 835 
                049 in quanto oltre a diversificarsi da tutte 
                le altre, è l'unica ancora in attività.  
              Spero 
                che le fotografie di questa pagina vi siano piaciute tanto quanta 
                è stata la mia soddisfazione nel riprenderle dopo aver 
                portato a termine la costruzione del loro soggetto  
              
               
              
              
              
               
              
                 
                  |  
                      
                      Perchè 
                      non dare una occhiata anche alle foto di un'altra mia 
                      locomotiva ? Cliccate 
                      la piccola immagine                    | 
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