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Appunti sulla teoria e sulla pratica ( # 10 )
sulla forma della lente del pendolo


Rawlings, nel suo bellissimo libro ( The science of clocks and watches- Pitman Publishing corp. New York) sintetizza con queste parole la sua opinione sul problema:

" La ricerca della giusta forma da dare alla lente di un pendolo, è tipica di molti altri problemi orologiai. Dopo secoli di esperimenti , pare non esista una risposta definitiva. L'uno predilige una forma per la quale peraltro esistono prove insufficienti sulla sua validità, un altro predilige una forma sulla quale dette prove non esistono affatto .Quasi tutti gli altri si adeguano a quello che fanno altri ancora senza una ragione precisa".

Noi non possiamo fare altro che associarci ad una opinione così autorevole ... peraltro non rinunciamo ad indagare.

Abbiamo scoperto ....( abbiamo!... ha! ... chi ha avuto la costanza di leggersi tutta la nota # 9 ) che un pendolo potrebbe avere un migliore comportamento se ha un valore del suo Q alto ed ormai sappiamo che un alto valore della massa può concorrere a migliorare il valore di Q.

Ragionevolmente cercheremo quindi di assegnare alla lente del pendolo delle dimensioni che ci aiutano a raggiungere questo scopo , naturalmente limitatamente a tutti gli altri parametri che caratterizzano il nostro orologio (vedi dimensioni della sospensione, dimensione del peso motore, tipo di scappamento ecc.).

Quanti tra coloro che leggono queste note si sono accorti che ho introdotto tutte le premesse per sfatare il mito che la lente sagomata a lente di un pendolo ( per intendersi quelle che comunemente sono proprie della maggior parte degli orologi commerciali) è tra le più funzionali?

Comunemente si pensa che una siffatta lente "penetri" meglio nell'aria che quindi questa a sua volta offra una minore resistenza al movimento del pendolo. Ma una tale asserzione indica che non si è studiato a fondo il problema.

Immaginiamo due pendoli , uno avente una lente a forma di lente e l'altro a forma cilindrica ... ed entrambi di eguale massa. E' facile visualizzare nella propria mente come la lente fatta a lente, perché essa abbia la stessa massa di quella cilindrica , dovrà avere una superficie delle due facce che la compongono, molto grande.... e molto grande significa anche forti attriti dell'aria su dette superfici quando il pendolo è in movimento : ed ecco che i vantaggi acquisiti con una minore resistenza opposta dall'aria ad una sagoma a lente sono andati ampiamente perduti., anzi, trasformatisi in detrimento.

Se qualcuno poi si chiede perché davanti a siffatta evidenza i pendoli degli orologi vengano costruiti assegnando alla lente dei loro pendoli la forma a lente , penserei di poter rispondere che le esigenze di un orologio commerciale da parete non sono quelle di un regolatore .... e poi, chi mai riuscirebbe a convincere un normale acquirente di orologi che la lente che ha sempre visto ha una sagoma sbagliata?....

E allora ?

Quasi tutti pendoli dei regolatori hanno la lente costituita da un cilindro di massa consistente : questo dovrebbe rincuorarci sul fatto che quella forma dovrebbe essere quella corretta, ....ma , possiamo mai dimenticarci dell'arguzia di Rawlings? ... potrebbe esserci il rischio che " altri hanno fatto quello che altri ancora.... "

Come sempre la cosa migliore è affidarci a degli esperimenti ed ai loro risultati .

Divagazione
Suggerisco con convinzione la scelta di cui sopra! Chi ha ricevuto una mia mail avrà notato che ho inserito nella mia "signature block" una frase di John Harrison tratta dal suo manoscritto del 1730 e che recita ".... which agrees both with reason and experiment" ( ...che si accorda sia con la teoria che con la pratica) , una semplice e troppo spesso trascurata filosofia con la quale , per quel poco che può valere la mia adesione, sono completamente in sintonia.

Per quello che ricordo, sono stati fatti degli esperimenti per verificare il valore di Q per diverse forme di lenti : un cilindro, un cilindro con gli spigoli raccordati alle facce superiore ed inferiore, un cilindro avente l'altezza eguale al suo diametro, una sfera, un ellissoide ( si chiamerà così?) con il suo asse maggiore sulla verticale, e poi anche con il suo asse maggiore sull'orizzontale.

Pare,... pare... che i risultati migliori siano stati ottenuti con un ellissoide "orizzontale" con le estremità rialzate ( tanto per capirsi qualcosa che assomiglia ad una banana).
Spero che John Harrison mi perdonerà se per una volta dissocio "reason" da "experiment", ma io una lente con la forma di banana su un mio regolatore non la metterò mai....

Tempo per rilassarsi: prossimamente parliamo dei vari metodi per mezzo dei quali un pendolo è sospeso.

P.S. Mi riesce difficile immaginare che tutto quello di cui scrivo nelle mie note non crei qualche dubbio in coloro che le leggono. Peraltro nessuno mi ha mai richiesto delle precisazioni che mi aiuterebbero anche a correggere dei passi per renderli più comprensibili.
Inoltre, l'intervento di qualcuno più preparato di me potrebbe aiutarci tutti ad approfondire la conoscenza di un argomento così affascinante. Non esitate, chiedetemi dei ragguagli o datemi dei suggerimenti !



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