Fabio
mi ha gentilmente informato di essere venuto in possesso di un
bell'orologio mancante del pendolo . Ha già provveduto
a mettere tutto in ordine e mi ha chiesto di parlare della
forchetta del pendolo.
Per
poter essere una leva funzionale, la forchetta dovrebbe essere
la più lunga possibile, ma mano a mano che aumenta la lunghezza
aumenta anche il suo peso e quindi lo scappamento
dovrebbe fornire una più grande energia per mantenerla
in movimento. Il giusto compromesso pare essere di fare la lunghezza
della forchetta non più lunga di 1/3, 1/4 della
lunghezza dell'asta del pendolo
Onde limitare l'attrito tra i braccetti della forchetta e l'asta
del pendolo, è fondamentale che il punto di rotazione
della forchetta coincida con quello del pendolo. (fig.
1)
Ovviamente per la forchetta detto punto coinciderà con
il centro dell'asse dell'ancoretta mentre per
quanto riguarda il pendolo, abbiamo ormai accertato trovarsi in
un punto indefinito che
peraltro accettiamo essere a circa 1/5, partendo dall'alto,
della lunghezza attiva della lamina della sospensione.
Se si verifica questa condizione, quando il pendolo oscilla, ciascun
punto lungo la forchetta si muoverà sullo stesso arco
in cui si muove il punto lungo l'asta che si trova alla stessa
distanza dal centro di rotazione del pendolo.
E quindi la forchetta resterà a contatto con l'asta del
pendolo solo in un punto, riducendo al minimo
l'attrito fra le parti.
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fig. 1
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E' però ovvio che se la condizione di cui sopra non venisse
rispettata si
manifesterebbe uno scorrimento dell'asta del pendolo lungo le
facce internedei braccetti della forchetta che potrebbe generare
degli attriti.... Orrrrrore!!! al solo sentirli
nominare.
L'asta del pendolo dovrà essere ospitata fra i braccetti
della forchetta in modo tale che esista sempre
un gioco ....che naturalmente deve essere il minimo
possibile onde evitare che parte dell'energia dell'impulso
vada inutilmente persa durante il movimento che la forchetta fa
per entrare in contatto con l'asta (da A a B).
(fig. 2)
Quanto sopra vale anche nel caso che al posto di una forchetta
tradizionale il pendolo riceva un impulso tramite un'asta
guida pendolo (fig. 3).
Interessante è anche la soluzione di fare appoggiare detto
perno esternamente al pendolo (fig. 4).
Così facendo si elimina il problema del gioco fra i braccetti
della forchetta e l'asta del pendolo, in quanto il perno resta
sempre in contatto con l'asta.
Qualcuno,
fra i più attenti, potrebbe obiettare che così configurato,
il pendolo riceve l'impulso solo durante una delle due
alternaze, ma una attenta analisi ci potrebbe fare scoprire
una diversa evoluzione dei fatti.
Vediamo quali.
Perche' il dispositivo funzioni e' necessario che la forchetta
sia "sbilanciata" rispetto
alla sua posizione verticale, in modo che resti sempre a contatto
con il pendolo anche quando l'impulso dello scappamento tende
a separarla da questo.
Se
concretizziamo tale concetto, l'insieme forchetta-pendolo potrebbe
essere considerato come un blocco solidamente unito
(forchetta e pendolo potrebbero essere saldati insieme, a parte
ovviamente questioni di concentricita', dato che il pendolo, come
ormai sappiamo, non ha un asse ben determinato di rotazione),
per cui potrebbe apparire logico che entrambi gli impulsi "spingano"
il pendolo.
....non vi appare logico? Proviamo a considerare il tutto
più in profondità.
Il dispositivo funziona solo se la forchetta e' "sbilanciata"
in modo che prema contro il pendolo in tutte le posizioni
che esso assume durante il funzionamento. Non solo: questa pressione
deve sempre superare il valore della forza che dallo scappamento
arriva al pendolo, in modo che la forchetta non si stacchi
mai dall'asta del pendolo neanche durante quell'impulso
che la spinge a farlo. Analizziamo le due oscillazioni.
1) Quando il pendolo precede la forchetta nel
movimento (l'asta del pendolo va "davanti"
e la forchetta "dietro"), lo sbilanciamento
della forchetta si somma all'impulso dello scappamento per spingere
il pendolo ad arrivare "un po' piu' in su" di dove arriverebbe
se fosse libero.
2) Al ritorno, se
il secondo impulso dello scappamento non avesse luogo, il pendolo
raggiungerebbe una certa altezza dovuta ad un compromesso tra
l'energia potenziale accumulata nella precedente oscillazione
(quando lo sbilanciamento era "a favore" nella
direzione del movimento), l'azione frenante della forchetta (sbilanciamento
"contrario" nella direzione del movimento) e le solite
perdite per attrito dell'aria e della sospensione del pendolo
(contrarie nella direzione del movimento).
Ma nel nostro caso abbiamo un impulso che agisce sulla
forchetta e che "aiuta" il pendolo,
alleviandolo un poco della spinta sfavorevole della forchetta
stessa, e quindi esso ( il pendolo) potra' arrivare un po' piu'
in alto .
Si ottiene così una iniezione di energia dallo scappamento
al pendolo in entrambi gli impulsi: nel
primo aggiungendo, e nel secondo togliendo "qualcosa"
alla spinta .
Prossimamente parliamo di un calendario
, per poi introdurre quello perpetuo.
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