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Appunti sulla teoria e sulla pratica ( # 37 )
sulla scheletratura delle ruote


Renderle visivamente più gradevoli ?

Risparmiare sull'ottone ?

Limitare l'inerzia allo stacco?


Tre possibili risposte alla domanda sul perché le ruote dentate degli orologi vengono scheletrate.

Forse la prima risposta potrebbe essere troppo semplicistica, anche se nessuno riuscirebbe ad immaginarsi le ruote di un orologio senza scheletratura.

Per quanto riguarda la seconda risposta c'è da dire che effettivamente nei secoli passati soprattutto agli albori dell'orologeria, l'ottone era un materiale raro e costoso. Riuscendo a risparmiarne dei quantitativi eliminando dalle ruote le parti non necessarie, queste avrebbero potuto essere rifuse ed il metallo riutilizzato.

Plausibile!

Peraltro viene immediato chiedersi: perché le ruote si e le platine no?
Le platine, soprattutto negli orologi antichi erano alquanto spesse e se opportunamente scheletrate avrebbero potuto produrre una quantità ben maggiore di materiale di "scarto".

Gli orologi volutamente scheletrati in modo artistico rappresentano una insignificante parte di tutti gli orologi prodotti i quali, se sottoposti a scheletratura, avrebbero potuto generare una notevole quantità di ottone asportato e successivamente riutilizzabile.

Anche la seconda risposta è poco convincente.

Proviamo a guardare in profondità nella terza risposta e, per meglio poterlo fare, immaginiamoci un pivot che si muove nel suo foro.

In un orologio, gli ingranaggi non si muovono in modo continuo e costante, bensì avanzano a "scatti", quando cioè la ruota dello scappamento compie la sua frazione di rotazione.

Durante il periodo in cui le ruote sono ferme, sotto l'effetto della forza della molla di carica, i pivot dei loro assi esercitano una pressione in un unico punto del foro che li alloggia creando un piccolo"avvallamento".

Quando le ruote liberate dall'ancoretta possono girare, i loro pivot si muovono (sempre per effetto della forza della molla di carica) lungo la circonferenza del foro andando a creare una serie di avvallamenti tanti quanti sono le volte che la ruota - e quindi il pivot - si ferma prima di compiere un giro completo.

I pivot quindi stazionano entro ciascun avvallamento ed ogni volta "cadendoci" dentro con forza non fanno altro che peggiorare la situazione rendendo sempre più profondi gli avvallamenti stessi.
Se forziamo una similitudine potremmo dire che i pivot avanzano nei loro fori come la ruota forata di una automobile lungo la strada.

Ora, se noi scheletriamo le ruote raggiungiamo due scopi.

1) diminuiamo la massa dalla ruota, quindi il suo peso e questo non può che avere un effetto benefico nel limitare la forza con la quale il pivot "cade" dentro all'avvallamento.

2) riducendo la massa della ruota dentata, aumentiamo il suo raggio di girazione e quindi il suo momento inerziale per cui tutto il treno potrà acquisire più facilmente quella accelerazione necessaria perché l'impulso sia trasferito dalla ruota di scappamento all'ancoretta e quindi al pendolo.

Se sono stato convincente , chiedo:

1) se il problema è quello di alleggerire una ruota perché, invece di perdere tanto tempo per ottenere le razze non si fanno quattro grossi fori e in aggiunta qualche altro foro ? E' pur vero che lasciando solo le razze della ruota si ottimizza l'asportazione della la maggior quantità di materiale possibile, ma guardando certe forme elaborate di talune razze di ruote, non si può proprio affermare che in quei casi lo scopo sia stato raggiunto.

2) il momento di inerzia è proporzionale al raggio di girazione che ,ricordiamolo, è il raggio di quella circonferenza ideale nella quale si immagina sia concentrata tutta la massa del corpo rotante quando esso è in movimento.

E' evidente che per ruote di eguale spessore, il raggio di girazione di una ruota più grande è proporzionalmente maggiore rispetto a quello di una ruota più piccola in quanto la parte più distante dal centro di una ruota è quella che maggiormente contribuisce ad aumentare il momento di inerzia ( si pensi ad un volano: esso è funzionale quando ha un grande diametro. Se la sua forma invece di un disco fosse di un lungo cilindro di egual massa esso sarebbe inservibile per il suo uso).

Ci si potrebbe quindi sbilanciare ed affermare che la parte di una ruota (soprattutto di una già leggera come quella di una ruota dentata di un orologio) più vicina al suo centro potrebbe, da un punto di vista pratico, essere ininfluente nel determinare il suo momento di inerzia, per cui ci sia o non ci sia è lo stesso .
Leggasi: la ruota sia scheletrata o no, è lo stesso .

...qui lo dico e qui lo nego...e se le ruote fossero scheletrate per renderle visivamente più gradevoli ?....che cioè.. l'uno predilige una forma per la quale peraltro esistono prove insufficienti sulla sua validità, un altro predilige una forma sulla quale dette prove non esistono affatto .Quasi tutti gli altri si adeguano a quello che fanno altri ancora senza una ragione precisa".
...ma questo pensiero, per quanto riguarda la forma da assegnare al pendolo, Rawlings l'aveva già esposto!!

Se qualcuno ha sull'argomento dei convincimenti, sarò ben lieto, con la sua autorizzazione, di pubblicarli su questa pagina.

La prossima volta parliamo del tempo su Marte



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