Renderle
visivamente più gradevoli ?
Risparmiare sull'ottone ?
Limitare l'inerzia allo stacco?
Tre possibili risposte alla domanda sul perché le ruote
dentate degli orologi vengono scheletrate.
Forse la prima risposta potrebbe essere troppo
semplicistica, anche se nessuno riuscirebbe ad immaginarsi le
ruote di un orologio senza scheletratura.
Per quanto riguarda la seconda risposta c'è
da dire che effettivamente nei secoli passati soprattutto agli
albori dell'orologeria, l'ottone era un materiale
raro e costoso. Riuscendo a risparmiarne dei quantitativi eliminando
dalle ruote le parti non necessarie, queste avrebbero potuto essere
rifuse ed il metallo riutilizzato.
Plausibile!
Peraltro viene immediato chiedersi: perché le ruote
si e le platine no?
Le platine, soprattutto negli orologi antichi erano alquanto spesse
e se opportunamente scheletrate avrebbero potuto produrre una
quantità ben maggiore di materiale di "scarto".
Gli orologi volutamente scheletrati in modo artistico rappresentano
una insignificante parte di tutti gli orologi prodotti i quali,
se sottoposti a scheletratura, avrebbero potuto generare una notevole
quantità di ottone asportato e successivamente riutilizzabile.
Anche la seconda risposta è poco convincente.
Proviamo a guardare in profondità nella terza risposta
e, per meglio poterlo fare, immaginiamoci un pivot che si muove
nel suo foro.
In un orologio, gli ingranaggi non si muovono in modo
continuo e costante, bensì avanzano a "scatti",
quando cioè la ruota dello scappamento compie la sua frazione
di rotazione.
Durante il periodo in cui le ruote sono ferme, sotto l'effetto
della forza della molla di carica, i pivot dei loro assi esercitano
una pressione in un unico punto del foro che
li alloggia creando un piccolo"avvallamento".
Quando le ruote liberate dall'ancoretta possono girare, i loro
pivot si muovono (sempre per effetto della forza della molla di
carica) lungo la circonferenza del foro andando a creare una serie
di avvallamenti tanti quanti sono le volte che la ruota - e quindi
il pivot - si ferma prima di compiere un giro completo.
I pivot quindi stazionano entro ciascun avvallamento ed ogni volta
"cadendoci" dentro con forza non fanno altro che peggiorare
la situazione rendendo sempre più profondi gli avvallamenti
stessi.
Se forziamo una similitudine potremmo dire che i pivot avanzano
nei loro fori come la ruota forata di una automobile lungo la
strada.
Ora, se noi scheletriamo le ruote raggiungiamo due scopi.
1) diminuiamo la massa dalla ruota, quindi il
suo peso e questo non può che avere un effetto benefico
nel limitare la forza con la quale il pivot "cade" dentro
all'avvallamento.
2) riducendo la massa della ruota dentata, aumentiamo
il suo raggio di girazione e quindi il suo momento inerziale per
cui tutto il treno potrà acquisire più facilmente
quella accelerazione necessaria perché l'impulso sia trasferito
dalla ruota di scappamento all'ancoretta e quindi al pendolo.
Se sono stato convincente , chiedo:
1) se il problema è quello di alleggerire
una ruota perché, invece di perdere tanto tempo per ottenere
le razze non si fanno quattro grossi fori e in aggiunta qualche
altro foro ? E' pur vero che lasciando solo le razze della ruota
si ottimizza l'asportazione della la maggior quantità di
materiale possibile, ma guardando certe forme elaborate di talune
razze di ruote, non si può proprio affermare che in quei
casi lo scopo sia stato raggiunto.
2) il momento di inerzia è proporzionale
al raggio di girazione che ,ricordiamolo, è
il raggio di quella circonferenza ideale nella quale si immagina
sia concentrata tutta la massa del corpo rotante quando esso è
in movimento.
E' evidente che per ruote di eguale spessore, il raggio di girazione
di una ruota più grande è proporzionalmente maggiore
rispetto a quello di una ruota più piccola in quanto la
parte più distante dal centro di una ruota è quella
che maggiormente contribuisce ad aumentare il momento di inerzia
( si pensi ad un volano: esso è funzionale
quando ha un grande diametro. Se la sua forma invece di un disco
fosse di un lungo cilindro di
egual massa esso sarebbe inservibile per il suo uso).
Ci si potrebbe quindi sbilanciare ed affermare che la parte di
una ruota (soprattutto di una già leggera
come quella di una ruota dentata di un orologio) più vicina
al suo centro potrebbe, da un punto di vista pratico, essere ininfluente
nel determinare il suo momento di inerzia, per cui ci sia o non
ci sia è lo stesso .
Leggasi: la ruota sia scheletrata o no, è lo stesso
.
...qui lo dico e qui lo nego...e se le ruote fossero scheletrate
per renderle visivamente più gradevoli ?....che
cioè.. l'uno
predilige una forma per la quale peraltro esistono prove insufficienti
sulla sua validità, un altro predilige una forma sulla
quale dette prove non esistono affatto .Quasi tutti gli altri
si adeguano a quello che fanno altri ancora senza una ragione
precisa".
...ma questo pensiero, per quanto riguarda la forma da assegnare
al pendolo, Rawlings l'aveva già esposto!!
Se qualcuno ha sull'argomento dei convincimenti, sarò ben
lieto, con la sua autorizzazione, di pubblicarli su questa pagina.
La prossima volta parliamo del tempo
su Marte
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