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Appunti sulla teoria e sulla pratica ( # 43 )
sul treno della suoneria ( 1° parte di 2)


La “suoneria al passaggio” è la forma più semplice di suoneria.
Un piolino fissato sulla ruota della minuteria, che compie un giro in una ora, carica e successivamente libera un batacchio che allo scadere di ogni ora batte la campana (figura 1).

Appare chiaro a tutti che il limite di un siffatto sistema della suoneria è che si avrà sempre un solo ed unico rintocco di campana allo scoccare di ciascuna ora; il che ci consentirà con difficoltà di stabilire l'esatta ora appena trascorsa.

figura 1
L'ovvia soluzione di questo problema è quella di far suonare alla campana un numero di battute corrispondenti alle rispettive ore. 
 


figura 2
Ciò si è ottenuto aggiungendo all'orologio una “complicazione”, ovvero un treno di ingranaggi che soddisfi la bisogna.

L'operatività di questo treno di ingranaggi e relativi leverismi si è sviluppato in un numero quasi illimitato di forme; essi peraltro nella sostanza ricalcano un unico principio: una volta compreso questo, ” il treno della suoneria” non riuscirà più ad opporci alcun segreto.
Un disegno abbastanza ricorrente del treno della suoneria è quello rappresentato in figura 2.

Nella sostanza, come nella suoneria al passaggio, le caviglie della ruota C caricano ciascuna il batacchio che una volta disimpegnato colpisce la campana.

Detta ruota , per ogni giro, fa fare tanti rintocchi quanti sono le sua caviglie e quindi bisogna inserire un meccanismo che limiti il numero delle battute a quelle richieste per ciascuna ora.
Nella figura 3 , eliminate per maggiore chiarezza le ruote che non concorrono direttamente ad azionare i leverismi ,osserviamo il susseguirsi degli eventi nel classico “lay out” della suoneria di una “parigina”.

In questo istante il treno della suoneria è fermo in quanto il piolino f è appoggiato al suo arresto T.
Il piolino h fissato sulla prima ruota della minuteria ( e che quindi compie un giro in una ora), in un certo momento incomincia a sollevare il braccio P a cui è solidale R.

Lentamente , a sua volta R alza il braccio S a cui sono solidali il braccio T e la protuberanza H.

Tanto si alza il braccio T che esso libera f consentendo al treno di ingranaggi ( e quindi anche alla ruota partitoria) di girare....ma solo fino a quando il piolino k scontrerà l'arresto sul braccio R
( che nel frattempo si è alzato di un pochettino)

Non ci sfugga che durante la piccola rotazione della ruota partitoria, la protuberanza H si è venuta a trovare sopra la circonferenza esterna di questa ruota.

Questo primo concatenarsi di eventi è la “preparazione” che in genere avviene 3 o 4 minuti prima dello scoccare dell'ora ( o della “mezza ora”).

...intanto il piolino h continua ad alzare il braccio P-R fintanto che, allo scoccare esatto dell'ora, il suo arresto libererà il piolino k consentendo al treno di girare (ed alle caviglie della ruota C di azionare il batacchio) in quanto :


figura 3

1) il braccio P-R è caduto nella sua posizione di riposo dove il suo arresto non intercetta il piolino k

2) la protuberanza H del braccio S-T (che come abbiamo detto poggia sulla periferia esterna della ruota partitoria) tiene alzato il braccio stesso quanto basta perché il suo arresto non blocchi il piolino f.

...il treno di ingranaggi della suoneria gira, la campana fa sentire i suoi rintocchi...ma solo fino a quando H cade in una scanalatura della ruota partitoria in modo tale che l'arresto del braccio T intercetti f...fine della musica! Fino a quando h non inizierà un nuovo ciclo...

Ma quante volte ha suonato la campana?

Come abbiamo visto, per tutto il tempo in cui H striscia sulla periferia esterna della ruota partitoria e quindi, tanto maggiore è la distanza fra una scanalatura e l'altra , tanto più numerose sono le battute della campana.
Semplice no?

No!!

Non abbiamo ancora parlato del dimensionamento delle ruote che compongono il treno della suoneria e che consente il corretto ripetersi degli eventi.




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