Se
si accetta l'assioma delle parallele, potremmo riconoscere come
fondata la geometria di Euclide per cui definiamo la lunghezza
di un segmento lungo una retta come la distanza fra i
due punti che lo definiscono.
I problemi nella misurazione del segmento nascono se noi abbiamo
per certo solo uno dei due punti e l'altro è indefinito.
Ho in mente naturalmente il punto che identifica il centro
di gravità di un pendolo (definito) e
il punto in cui si flette la sospensione (indefinito)
e le conseguenti difficoltà nel riuscire a determinare
la lunghezza l del pendolo.
Lord Grimthorpe taglia corto :"la
sospensione si flette in più di un punto ed il percorso
del centro di gravità del pendolo potrebbe seguire una
curva cicloidale per cui, probabilmente, la sospensione potrebbe
essere utilizzata per correggere l'errore circolare, ma non vale
la pena perdere del tempo a dimensionarla in quanto detto errore
potrebbe già venire compensato dall'errore dello scappamento"(
fino ad ora non abbiamo ancora parlato di questo errore).
Il dr Robertson nel suo "Theory of pundulums"
individua l'immaginario punto di rotazione del pendolo in
un punto situato a metà della lunghezza attiva della sospensione.
Il dr. Rawlings è più preciso , come c'era
da aspettarsi , ed elenca una serie di fattori che concorrono
nella determinazione del centro di rotazione del pendolo.
Infine asserisce che esso potrebbe trovarsi in un punto
al di sopra della metà della lunghezza attiva
della sospensione: si sbilancia affermando che tanti e tali sono
i parametri che caratterizzano una sospensione che forse, trovando
un giusto rapporto fra di essi ,si potrebbe riuscire a compensare
l'errore circolare.
Ma
contemporaneamente lo assilla un dubbio interessantissimo: sui
diversi tipi di orologi con i quali ha condotto degli esperimenti
ha riscontrato come i loro pendoli (tutti) esibissero
un esatto valore dell'errore circolare ..... ma
allora il centro di gravità del pendolo si muove lungo
un arco di circonferenza !!!
A
stabilirlo definitivamente è stato Kenneth James
che con il suo lucidissimo articolo pubblicato su Antiquarian
Horology, settembre 1974, ha tolto tutti i dubbi.
Egli
con una attenta analisi matematica, cercando di eliminare assunzioni
ed approssimazioni , ha dimostrato come il centro di gravità
di un pendolo sospeso per mezzo di una lamina di acciaio si muova
su un arco che sicuramente si confonde, almeno per quanto riguarda
l'ampiezza dell'oscillazione propria del pendolo di un orologio
di precisione, con uno circolare e comunque distante
dalla corrispondente curva cicloidale. Per il pendolo
studiato, il suo punto di rotazione è stato individuato
lungo la lamina di acciaio ad una altezza, dall'alto, pari ad
1/5 della sua lunghezza .
Egli ha inoltre osservato come il momento flettente contribuisca
ad accelerare il pendolo peraltro in modo costante
e indipendente dall'angolo di oscillazione......... e l'errore
circolare si potrebbe manifestare in tutta la sua pienezza.
Prossimamente
parliamo di errore dello scappamento
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